L’Associazione ANGEA è nata per le famiglie di bambini affetti da dermatite atopica e/o allergia alimentare.
La dermatite atopica (o eczema atopico) è una patologia che si manifesta con lesioni cutanee di varia gravità, pruriginose e a volte disturbanti le attività quotidiane e il sonno notturno; i fattori scatenanti sono numerosi (fattori climatico-ambientali, fattori psicologici e in alcuni soggetti allergeni alimentari e/o inalanti). In una percentuale non trascurabile di casi è presente una evoluzione in patologia allergica respiratoria.
L’allergia alimentare può coinvolgere più organi e apparati, anche nello stesso soggetto, con sintomi di gravità variabile.
La prevalenza di queste due entità patologiche è in continuo aumento: l’eczema atopico interessa infatti circa il 15% della popolazione pediatrica, mentre l’allergia alimentare colpisce circa il 6-8% dei bambini al di sotto dei tre anni, il 3-4% di quelli in età scolare e prescolare e l’1-2% degli adolescenti e degli adulti.
Molti sono i problemi che i bambini affetti e le loro famiglie devono affrontare quotidianamente:
- economici, per l’elevato costo dei farmaci, dei c.d. cosmeceutici, degli alimenti sostitutivi; non è prevista per queste patologie alcuna partecipazione alla spesa da parte del S.S.N.; l’adrenalina autoiniettiva, farmaco salva-vita di uso pronto e semplice anche per i non ‘addetti ai lavori’, ha un costo molto elevato e si trova nella c.d. ‘fascia c’ del prontuario;
- psicologici, all’interno della famiglia, a scuola e nella vita di relazione (senso di diversità e di emarginazione rispetto ai compagni, agli amici e ai fratelli; difficoltà in alcuni casi a far accettare i bambini allergici ad alimenti nelle scuole materne e nei nidi e/o a far frequentare loro la mensa scolastica; senso di ansietà da parte del bambino e dei genitori legato al timore di reazioni allergiche agli alimenti; cattivo rapporto con il cibo);
- pratici: difficoltà a reperire alimenti sostitutivi; non esistono infatti per i bambini di età superiore all’anno ed allergici a cibi alimenti ad hoc, ipoallergenici e gradevoli al gusto; gli alimenti confezionati spesso hanno etichette incomplete o poco chiare;
- ‘sociali’: a scuola i bambini allergici che accidentalmente dovessero assumere cibi per loro pericolosi non sono tutelati; gli operatori scolastici non sono informati né formati a fare fronte alle assunzioni accidentali di alimenti allergenici; ristorristoranti, bar, gelaterie sono per i bambini allergici luoghi ad alto rischio e quasi sempre ‘tabù’, poiché non esiste per queste problematiche una cultura della ristorazione: i menu sono spesso incompleti o poco chiari per quanto riguarda il dettaglio degli ingredienti, i ristoratori spesso ignorano e/o sottovalutano la gravità del problema, qualora segnalato dal genitore. Non a caso le assunzioni accidentali avvengono prevalentemente fuori casa (scuola, feste, fast-food o ristoranti, etc), per errore umano (scambio di piatti nelle mense, errata preparazione del pasto ipoallergenico da parte delle ditte di ristorazione o dei cuochi della scuola, etc), per contaminazione (forchetta usata dal bambino allergico ‘intinta’ nel cibo del vicino di tavolo, mancato uso di pentole e posate a parte per la cottura dei cibi dei bimbi allergici, paletta del gelato non pulita, etc) o perché il bambino sfugge alla sorveglianza. I sintomi che ad esse conseguono possono essere in alcuni soggetti di particolare gravità: insorgono generalmente entro pochi minuti dall’esposizione ed evolvono rapidamente, coinvolgendo diversi organi e apparati e mettendo potenzialmente in pericolo la vita del bambino. Per quanto riguarda le scuole, in alcuni Paesi europei e negli USA esistono normative di legge che regolamentano l’approccio da parte degli operatori scolastici a bambini con forme gravi di allergia alimentare: gli operatori sono informati di tale rischio e istruiti (nonché autorizzati) a riconoscere tempestivamente le reazioni e a farvi fronte. Sono inoltre dotati dei farmaci e degli strumenti che consentano loro tale intervento, nonché di tutti i numeri di telefono di emergenza da contattare in caso di assunzione accidentale. Non ci è noto che in Italia vi siano analoghe disposizioni legislative.